Edicole Grevi (pseudonimo di Diego Leveric) ha inciso il CD " Weiss à Rome" dal Manoscritto F-PNI . “Fantaisies et Preludes composées par Monsieur Weiss a Rome”
Il manoscritto inedito “Weiss à Roma” F-PnI
per il liuto barocco
Il manoscritto inedito conosciuto come “Weiss à Rome”[1] inciso da Edicole Grevi ossia Diego Leveric per la casa discografica americana Edition Lilac è collocato nella biblioteca Nazionale di Parigi[2]. La data precisa della nascita del manoscritto non è certa anche se si ipotizza che fu composto mentre Weiss alloggiava a Roma, (1710-1714) come suggerisce il titolo. Nel manoscritto è riportata anche una composizione di George Gebel “il giovane” (1709-1753). Le composizioni del manoscritto comunque lasciano il periodo di assegnazione in sospeso perché la musica, spesso non chiara nella conduzione strutturale, come alcuni lavori maturi che si possono trovare e sentire nel manoscritto di Dresda, sembrano essere frutto di virtuosismi tecnici e padronanza sullo strumento più che un lavoro maturo di generi musicali che non tolgono la bellezza di alcuni passaggi musicali.
Tale manoscritto è catalogato con il titolo completo “Fantaisies et Preludes composées par Monsieur Weiss a Rome” ed è composto da 48 fogli, di cui il frontespizio riporta il seguente titolo:
Fantasies et Preludes│composées par│Monsieur Weiss│a Rome
Il volume inizia con i seguenti brani composti da Weiss: 1. Fantasia in re (adagio-presto-adagio), 2. Fantasia in Fa (fantasia-allegro-adagio), 3. Adagio in Do (adagio-allegro-adagio), 4. Capriccio in sol, 5. Fantasia in Sol, 6. Fantasia in Re, 7. Fuga in Re, 8. Preludio in Fa. Segue la “Tombeau”, composto da George Gebel, nei tempi grave, adagio e lagrimoso, in do minore. Da questa pagina, numerata 23, cominciano una serie di brevi corali, che non sono state incise in questo disco. Le due penultime pagine riportano l’indice dei brani. Mentre i primi 8 brani sono senza dubbio ascrivibili al giovane Weiss, dubbiosa l’attribuzione dei componimenti di stampo religioso. Il Capriccio WeissSW45 (brano n. 4) e la Fantasia in RE WeissSW47 (brano n. 6) sono gli unici pezzi a non avere concordanze.
Silvius Leopold Weiss scrisse musica per il liuto in quantità circa tre volte superiore alla produzione di qualsiasi altro liutista oggi conosciuto. Per la complessità della sua produzione si classifica allo stesso livello di François Couperin, Domenico Scarlatti e Georg Philipp Telemann, ma per lo scarso interesse dello strumento e la complessità della lettura dell’intavolatura, gli studiosi non hanno mai rivolto la loro attenzione a Weiss, rendendolo un compositore immeritatamente meno conosciuto di altri. Complessivamente sono attribuiti a Weiss 650 brani solistici e 12 sonate per liuto e altri strumenti, oltre ad almeno 4 concerti.
Il periodo del 1710-1714 Weiss sicuramente fu a Roma. La famiglia Sobieski, dopo la morte del re Giovanni iii di Polonia, nel 1799 si ritirò a Roma e fu così che la vedova, la regina Maria Casimira[3] divenne un’importante protettrice e mecenate dei musicisti.
Il suo maestro di cappella dal 1708 fu Alessandro Scarlatti al quale successe il figlio Domenico.
Grazie alla conoscenza dell’Imperatore Leopoldo i, Weiss ebbe l’opportunità di incontrare il figlio del re di Polonia, il principe Alessandro Sobieski[4] con il quale si recò a Roma. Nella città eterna Weiss alloggiava a palazzo Zuccari, nei pressi di Piazza di Spagna. L’edificio ospitava innumerevoli musicisti ed era uno delle tante ville ad offrire alloggio a compositori e strumentisti venuti da fuori città: Alessandro e Domenico Scarlatti, l’organista Bernardo Pasquini, Georg Friederich Händel e Johann David Heinichen. Il palazzo era inoltre la residenza ufficiale della regina Maria Casimira.
Edicole Grevi è l’alter ego di Diego, personaggio creatosi per scherzo durante gli anni dello studio. Rispecchia caratteristiche fondamentali del carattere di Diego che lo aiuta ad esprimersi anche oltre la musica e che ha saputo consolidare la passione che oscilla dalla musica per il liuto ai giochi di parole e frasi criptiche.
[2] Musicologa francese Geneviève Thibault de Chambure (1902-1975) specializzata in musica antica curò gli strumenti antichi, dal 1961-1973 al conservatorio di Parigi. Regalò la sua collezione privata al conservatorio e alla biblioteca nazionale. Nel 1967 fondò Laboratoire d’organologie et d’iconographie msuicale che fu centro nazionale per la ricerca iconografica, oggi è Réperotire Iternational d’Iconographie Musicale (RIdIM).
[3] Maria Casimira Luisa de la Grange d'Arquien (1641-1716), fu Regina consorte di Polonia e Granduchessa consorte di Lituania come moglie di Giovanni III di Polonia, dal 1674 al 1696. Era figlia di Henri Albert de La Grange d'Arquien e di Françoise de La Châtre.
[4] Aleksander Benedykt Stanisław Sobieski fu principe polacco, nobiluomo, diplomatico, scrittore e figlio di Giovanni iii Sobieski.