Vi segnaliamo il nuovo ed interessante CD su Filippo Dalla Casa un progetto di Pablo e Daniel Zapico
Il Ritratto del Liuto
Filippo Dalla Casa (n. 1737 – m. dopo il 1811) fu pittore professionista e appassionato d’arciliuto.
Nel 1811, quando egli dichiarava aver raggiunto i 74 anni di età, donò al Liceo Filarmonico
(fondato nel 1804 e diventato poi l’attuale Conservatorio Statale di Musica G. B. Martini di
Bologna) la sua collezione di Suonate di Celebri Auttori per l’Arcileuto Francese [sic], accompagnata
dallo strumento di sua proprietà e da un suo autoritratto datato 1759. Tale donazione dimostra
quanto forte fosse il vincolo che lo univa all’istituzione culturale dove egli stesso insegnava pittura.
Ad eccezione della Sinfonia, tutti i brani provengono dal suo doppio manoscritto datato in Bologna
nel 1759 e 1760. Tra i pochissimi autori riconosciuti o indicati si trovano nomi di liutisti e, in
special modo, clavicembalisti dell’epoca. È alquanto difficile trovare oggi informazioni riguardanti
questi musicisti nelle enciclopedie e i dizionari, ma doveva trattarsi di personalità conosciute
all’epoca. Questo manoscritto è dunque una compilazione di musica che a Dalla Casa piaceva non
solo ascoltare ma anche interpretare. Tra l’altro spiega che “L'Arcileuto Francese, altro non è, che
un clavicembalo portatile, tutta la musica che si suona in esso, si eseguisce nell'Arcileuto, col divario
che è più difficile (…)”. È evidente che Dalla Casa non aveva pensato alla possibilità di utilizzare due
strumenti che si abbinano bene quanto l’arciliuto e la tiorba. Questa combinazione può infatti
competere con la ricca trama armonica del clavicembalo senza limitazioni tecniche. Sicuramente a
Filippo sarebbe piaciuto sdoppiarsi, perché egli suonava non solo l’arciliuto ma anche la tiorba,
come dettaglia il titolo del trattatino allegato alle Suonate: “Regole di Musica, ed’anco le Regole /
per accompagnare sopra la Parte per / Suonare il Basso continuo & / per l’Arcileuto Francese, e per
la Tiorba / Per uso di me Filippo Dalla Casa Suonatore di essi”.
La maggior parte delle Suonate di Celebri Auttori sono trascrizioni o composizioni per arciliuto
solo. Ciò nonostante, era abitudine dell’epoca che i membri di una stessa famiglia condividessero
momenti musicali da camera, e lo stesso vale per me e per mio fratello. Osservando questa
tradizione, abbiamo voluto ridare alla luce le trascrizioni di Dalla Casa in una lussuosa veste a due:
in questo modo si tenta di soddisfare un ideale inseguito forse anche da Filippo quando egli
ascoltava questi brani suonati al clavicembalo. Alcuni pezzi, tuttavia, sono proprio scritti e pensati
per due interpreti, come il Concerto in Do Maggiore per mandolino e basso d’arciliuto di Giuseppe
Vaccari, anch’esso inciso per quest’occasione.
La Sinfonia non è firmata e, per ora, rimane anonima. Era contenuta in un manoscritto venduto
all’asta come oggetto nº450 da Karl & Faber il 6 dicembre 1956 a Monaco di Baviera. Questo item,
che apparteneva alla Graf Harrach Collection di Rohrau (Austria) fu acquistato dal liutista e
musicologo inglese Robert Spencer (1932–1997). Fino a poco tempo fa l’opera era conservata
unicamente in formato digitale dal Dottore in Musicologia Arthur J. Ness (Chicago, 1936),
specialista in strumenti a corde pizzicate. La scansione fu realizzata dallo stesso Spencer prima di
cercare di vendere il manoscritto e, dopo la sua morte, si perse ogni traccia del documento
originale. Tuttavia, sono riuscito a trovarlo di recente tra i vari documenti della Robert Spencer
Collection, donata dalla famiglia alla biblioteca della Royal Academy of Music (Londra), dove
prossimamente sarà disponibile anche come archivio digitalizzato.
Senza dubbio, l’indirizzo stilistico più importante che si possa dare a questa Sinfonia è la
considerazione, nel suo insieme, come possibile opera musicale dello stesso Filippo Dalla Casa,
soprattutto considerando l’identificazione da me svolta di un appunto al quarto movimento (senza
accompagnamento) all’interno del suo proprio manoscritto. Una scoperta musicologica
certamente fortunata. Sebbene la copia non sia letterale, almeno è perfettamente riconoscibile, e
per questa ragione abbiamo incluso la Sinfonia come prima incisione mondiale.
Il repertorio, stilisticamente, appartiene già al classicismo, e la collezione può essere considerata
come l’ultimo capitolo e l’ultimo ritratto conosciuto di uno strumento, il liuto, che sarebbe
scomparso di lì a poco. Si tratta infatti, a tutti gli effetti, dell’ultima fonte catalogata di musica per
l’arciliuto.
Pablo Zapico